Cosa vuol dire essere INDIPENDENTISTA ?

Cos’è l’INDIPENDENTISMO!

Perché parlare oggi d’Indipendenza, cosa vuol dire e come intendiamo l’Indipendenza?

Se “Indipendenza” è solo una parola urlata, è priva di contenuti e rischia di spaventare in quanto l’Indipendenza urlata appare più come solitudine o allontanamento da tutti gli altri e l’uomo si sa non è un “animale” solitario, l’uomo è un animale di branco, all’uomo la natura ha dato la capacità d’interagire, anche se spesso questa capacità viene mal sfruttata o peggio, sfruttata da altri!

Entriamo nel merito senza porre indugi e liberiamo il campo da preconcetti preconfezionati ad arte dagli antagonisti del progresso concettuale!

INDIPENDENZA è UNIONE, INDIPENDENZA è CONDIVISIONE, INDIPENDENZA è PACE, INDIPENDENZA è VOLONTARIATO SOCIALE, INDIPENDENZA è CONOSCENZA DI SE STESSI, INDIPENDENZA è VICINANZA.

L’Indipendenza è il contrario di come viene dipinta dai detrattori.

Quando in Italia si parla d’Indipendenza viene messo l’accento sull’egoismo economico degli uni sugli altri, quando in Italia si parla d’Indipendenza viene esacerbato il concetto di DIFFERENZA identitaria.

Per capire la dicotomia concettuale che esiste tra il disegno a tinte fosche con il quale i detrattori raffigurano l’Indipendenza e l’essenza stessa di ciò che è in realtà, bisogna partire da concetti e preconcetti che sono stati instillati nel popolo come principi dogmatici a difesa dello status quo!

Innanzi tutto, chi ha avvelenato il libero pensiero?

Sono stati i poteri dominanti;  coloro i quali avevano tutto l’interesse a determinare ciò che era giusto da ciò che era sbagliato, quando il giusto era la salvaguardia dei loro interessi e ciò che era sbagliato era tutto quello che poteva compromettere i medesimi loro personali interessi.

Nel corso dei secoli, si sono modificati i soggetti dominanti, ma la sintassi mentale da mantenere in essere è sempre stata quella ovvero, canalizzare nel giusto solo ciò che rientrava negli interessi dei pochi a dispetto dei molti.

Questo percorso “filo dogmatico” ha origini ancestrali ed è sintetizzabile in un concetto chiaro ai più: Il più forte comanda!

L’INDIPENDENZA di fatto racchiude in se un utopia che vede il raggiungimento di uno stato Stato/Sociale perfetto!

Che sia chiaro,uno stato perfetto, in questo mondo, mai c’è stato né mai ci sarà, e l’unica cosa saggia che si possa fare è provare a tratteggiarne uno, assolutamente ideale, che serva da modello ed al contempo, da critica a quello reale.

L’Indipendenza, vista da un indipendentista, qualunque sia la sia latitudine, in quest’Italia in quest’Europa o nel Mondo intero, è concettualizzata come un “Isola felice”, un isola per sua natura è si “separata” ma come tutte le isole è raggiungibile e collegata a tutto il resto!

Giocando sulla bivalenza del termine Utopia, derivante dal greco ou – topos (luogo che non c’è), quanto da eu (bene) + topo (luogo felice); in un certo senso, si può intendere, un isola fantastica, visto che essa è sì un luogo inesistente nella realtà, ma anche un luogo felice, in cui regna la concordia e la pace tra gli uomini.

Cosa spinge delle persone a sognare un Utopia chiamata Indipendenza?

I motivi concettualmente alti che spingono in questa direzione sono molteplici, tralasciando quelli veniali, l’induzione al pensiero indipendentista è frutto di una presa di posizione di distanziamento dalle società reali, per rifugiarsi in paesi immaginari, frutto di fervida fantasia magari collegata o collegabile ad ipotetiche visioni del passato più floride dell’amaro presente; nel caso Veneto i riferimenti sono alla Serenissima Repubblica!

La profonda insoddisfazione nei confronti dello stato di cose, un senso di amara delusione per il paese in cui si vive sicuramente sono gli elementi scatenanti del pensiero Indipendentista, infatti, è assai probabile che in una società ricca, florida appagata socialmente questi pensieri non affiorerebbero!

Come dare torto a chi vede nella società odierna un cancro da estirpare!

Viviamo in un clima di accesa intolleranza in uno stato di conflitti religiosi, di crisi economiche e morali, come si fa a non cercare o immaginare un’isola felice, sulla quale gli abitanti possano condurre una vita migliore, più umana e solidale.

A monte  di tutto però resta la fallibilità umana e la consapevolezza che gli obiettivi utopici sono e restano dei “sogni”, ciò non di meno sarebbe fuori luogo rinunciare ad un sogno cosicchè seppur sia utopico raggiungere la perfezione, sarebbe errato non perseguire un progetto ambizioso finalizzato al miglioramento della società.

La ricerca di uno “stato ideale” non incompatibile con la realtà è quindi il motore che muove le idee del cambiamento sociale e l’Indipendenza per molti, incarna la filosofia ideale da raggiungere!

Vi sono state rivoluzioni sociali nei secoli e sempre, senza nessuna esclusione, sono stati i teorici a muovere le pedine e sempre i teorici rappresentavano una forma di potere e le pedine erano i popoli.

Le rivoluzioni hanno sempre avuto un lato innovativo, sociale e d’affrancamento per il popolo, poi le medesime rivoluzioni hanno semplicemente sovverito i bastoni del comando!

Detta così, anche l’Indipendenza può essere vista come una “rivoluzione” di sistema e non è escludibile che una volta compiuto il suo ciclo non si vada a trovare una nuova forma di “ribellione” ante nuovo/sistema, ciò non di meno è l’idea stessa del miglioramento personale che spinge gli uomini a cercare nel cambiamento vie di crescita.

L’Indipendentista quindi che partecipa ad elezioni politiche in realtà, quando lo fa con spirito sincero, non partecipa per se stesso ma nella visione di un futuro diverso e migliore per la società, l’indipendentista che partecipa al gioco del potere lo fa controvoglia ma nella speranza di poter essere utile, con la speranza di poter accrescere l’idea dell’indipendenza la quale un’po’ alla volta possa diventare un “virus positivo” che vada a cambiare il modo di vedere, il modo di pensare ed il modo d’agire delle persone.

L’obiettivo della partecipazione è che attraverso proposte e soluzioni “diverse” la gente possa consapevolizzarsi ed allontanarsi dal “pensiero indotto massificante”, la speranza è quella di far uscire dai binari del “politicamente asservito al potere”.

Per il Popolo Veneto l’Indipendenza quindi prende come spunto di partenza la propria indiscussa identità storico culturale, al fine di determinare i perimetri dell’isola sulla quale iniziare a costruire le fondamenta del cambiamento.

SEGUE ……..

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